MARIA di Ricky Martin
Un, dos, tres… un pasito pa’lante María, un refrain che ha impazzato nell’estate del 1996 ed oltre, con un Ricky Martin scatenato che trascinò milioni di persone in tutto il mondo. Per l’eclatante successo, ne furono registrate varie versioni, in remix, Spagnolo, una versione in Portoghese ed anche Spanglish, ovvero Inglese e Spagnolo assieme.
Il brano, che faceva parte del suo terzo album A medio vivir, pubblicato nel 1995, lo fece uscire dai confini del suo paese, Porto Rico, per diventare una celebrità internazionale. Lo consacrò al successo e lo fece conoscere in ogni parte del mondo.
Dopo di ciò, per lui divenne tutto in discesa, ogni singolo pubblicato era automaticamente in classifica e ci volle poco per vincere qualche premio, tra Dischi d’Oro e Grammy Awards. Fu grazie a lui, peraltro, che l’ondata latina cominciò a prendere piede a livello internazionale, infatti si può dire che spianò la strada ad altri artisti di origine ispanica come Jennifer Lopez, Shakira e in ultimo Enrique Iglesias.
Per quel che concerne il testo c’è una sorta di ambiguità tra le strofe, in cui si parla di una donna speciale, calda e fredda al tempo stesso, un essere che sembra venuto da un altro pianeta, un angelo caduto dal cielo ma che diventa veleno, un peccato mortale, se solo provi ad innamorarti. Un miraggio che ti fa impazzire, ma se la bevi ti fa morire.
Quindi in definitiva dà l’idea di non essere propriamente una donna, questa Maria, se si legge tra le righe e le allusioni, o forse è un modo originale per descriverla, paragonandola ad una bevanda psichedelica: hanno lo stesso effetto e le stesse “controindicazioni”. Di fondo è letale, benché questo tipo di sostanza sia finalizzata alla realizzazione di un viaggio spirituale, mentre in questo caso il fine è l’avvicinamento in senso biblico, più carnale che altro. Il senso del ritornello invece, un passo avanti e un passo indietro, indica probabilmente quest’altalena che rappresenterebbe il filo di una lama, andare avanti e indietro, l’indecisione tra lo scegliere la vita o la morte, sempre parlando per metafore.
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