
ARRIVANO GLI SNORKY di Cristina D’Avena ★ La Sigla Originale

★ Sigla Cartone Animato ★
I fumetti degli Snorky nacquero in Belgio, come i Puffi, e si chiamavano in questo modo per il tubicino che avevano sulla testa. Il cartone animato che ne fu realizzato era diviso in due serie, per un totale di 108 episodi, e non aveva proprio una trama, soltanto una sequenza di avventure di questi simpaticissimi esserini che vivevano in fondo al mare, come una sorta di Esseri Fatati sottomarini, in un paese che si chiamava Snorkylandia.
Essendo le puntate raggruppate in due serie (anzi all’origine erano 4, solo in Italia furono così riunite), anche le sigle erano diverse: la prima s’intitolava Arrivano gli Snorky, mentre la seconda s’intitolava Noi Snorky incontrerai. Inoltre, all’interno del cartone animato questi buffi esserini cantavano le loro canzoni, che furono incluse in un album dal titolo CantaSnorky (1986), interamente interpretato da Cristina D’Avena, come le due sigle.
La serie animata non fu affidata ad uno studio giapponese, bensì alla famosissima casa di produzione americana Hanna & Barbera, leader nel campo delle animazioni statunitensi dal 1957 fino al 2001, essendo poi stata acquistata dalla Warner Bros. Animation. Infatti, il cartone non partì dal Giappone, fu trasmesso negli Stati Uniti, sulla NBC, nel 1984 ed arrivò in Italia nel 1986 (Italia 1), riscuotendo un notevole successo.
Gli Snorky erano un cartone animato educativo, sebbene assai fantasioso ed infantile, giacché mostrava ai bimbi le insidie e i pericoli che si annidano nelle profondità marine, negli abissi degli oceani. Questi esserini tutti colorati respiravano sott’acqua attraverso lo snorkel (il tubicino sopracitato), che emetteva inoltre un suono specifico.
La sigla iniziale, al contrario delle sigle dell’epoca durava un minuto scarso, solamente nel 45 giri e nell’LP durava sui 3 minuti. In essa si vedevano solo pochi personaggi degli Snorky perché erano diversi, anche in questo caso come i Puffi: vivevano in conchiglie e facevano di tutto, ballavano la Snorkydance ed erano sempre felici. Una pillola di buonumore anche per i più grandi, che non disdegnavano di guardarli insieme ai loro bambini, ormai diventati adulti che li ricordano ancora, canticchiando allegramente le sigle di Cristina D’Avena.


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