BANDIERA GIALLA di Gianni Pettenati
Celeberrimo successo che non passa mai di moda, Bandiera Gialla era la versione italiana del brano The pied piper, la canzone che rappresentava la discoteca Piper, rinomato locale notturno di Roma che era frequentato dalle celebrità del Cinema e della Musica. In particolare, fece da colonna sonora al film “I ragazzi di Bandiera Gialla”, che uscì un anno dopo la pubblicazione del brano (1966).
Protagonista del film era lo stesso Pettenati, una commedia musicale tipicamente sessantottina dove due ragazzi si contendono l’amore della stessa ragazza, ma entra in ballo anche l’ambizione dei due giovani, che in aggiunta si contendono il successo della loro musica. Questa ragazza, intermediario e paciere, li convincerà a risolvere amichevolmente le loro diatribe, e i due apriranno insieme un locale gettonatissimo dal nome “Bandiera gialla”.
Nella pellicola troviamo un bel cast, tra cui alcuni attori provenienti dal film “Stasera mi butto”, che rappresentò una specie di crossover, e in cui ritroviamo anche un giovanissimo Renato Zero. Il film fu senza dubbio un successo, ma la canzone lo è mille volte tanto, benché talvolta venga scambiata per la sigla dell’omonimo programma radiofonico RAI presentato da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, che peraltro ne fu l’ideatore.
A differenza di come si pensa, infatti, la trasmissione e la canzone non avevano nessun punto di contatto, nonostante fossero nate nello stesso periodo, casualmente, a distanza di un anno. L’unico elemento in comune era la discoteca Piper, in quanto il pubblico della trasmissione era composto dai maggiori frequentatori del locale.
Gianni Pettenati è stato un grande della sua epoca, ed ha ampliato la sua attività diventando un critico musicale, nonché scrittore di diversi libri sulla musica italiana. Scrive anche per il teatro ma il suo primo amore resta la musica, quella che lo ha accompagnato per tutta la vita, sin da quando aveva sei anni, anno in cui vinse il suo primo concorso che lo indusse a studiare musica, un paio d’anni dopo. Insomma, era un bambino prodigio.
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