CUORE MATTO di Little Tony
Little Tony, l’Elvis italiano che esibiva un ciuffo aerodinamico e si muoveva ancheggiando proprio come il grande The Pelvis, negli anni ’60 fu un cantante amatissimo dai giovani, più di tutto dalle giovani, senz’altro anche per questa sua immagine che gli conferiva una marcia in più.
Il suo nome all’anagrafe era Antonio Ciacci, e l’americanizzazione del nome d’arte fu sicuramente una scelta azzeccata, visto il mito americano che spopolava in quegli anni. Ma, probabilmente, fu un’idea dell’impresario inglese che lo notò in una delle balere dove lui si divertiva a cantare e lo portò con sé in Inghilterra, luogo in cui scoppiò la sua passione per il rock and roll.
Little Tony è scomparso nel 2013, e fino a quel momento ha sempre cantato, non ha mai smesso da quando debuttò, nel 1958, alla giovane età di 17 anni. Uno dei singoli con cui debuttò gli fu scritto proprio da uno degli autori di Elvis Presley, s’intitolava Too good e nel 1959 scalò le Top Ten inglesi.
Cuore matto fu cantata a Sanremo nello stesso anno in cui uscì, ovvero nel 1967, ed ebbe un record di vendite anche se non vinse la manifestazione. Fu il 45 giri che dall’Italia lo fece conoscere anche in Europa e nel Sud America, e ne fu prodotto inoltre un omonimo film, come si usava all’epoca per i grandi successi musicali.
Il ritmo di Cuore matto riprende proprio il ritmo cardiaco, per enfatizzare il tema, per simulare il battito veloce del suo cuore che pensa ancora a lei, un cuore che non si arrende e che non smette di palpitare per lei. Matto perché in fondo lui riconosce di essere stato preso in giro, visto che oltretutto lei sta già con un altro, ma del resto l’amore è cieco ed anche il cuore: se non smette di battere per una determinata persona è difficile che la mente potrà ribellarsi, che potrà imporsi sulla realtà, anche se la realtà è eclatante, una realtà decisamente indesiderata.
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